Reportage da
PLAY - fiera del gioco, come al solito scritta da un ispiratissimo
Gabriele.
Ed
eccoci di nuovo qui, a raccontare un’altra tappa sul sentiero dorato che ci
porterà alla Città degli Smeraldi, cioè alla conclusione della saga di
Finisterra. In un’escalation che, quest’anno, sta stuzzicando il nostro
orgoglio come non mai, l’appuntamento è di quelli che non si potranno mai
dimenticare. Play (http://www.play-modena.it/). La fiera del gioco di Modena, un
appuntamento imperdibile per grandi e piccini, un Paese dei Balocchi che seduce
e coccola. Lo sapete, tutti noi di XOmegaP siamo stati e siamo giocatori
seriali. Non solo divoratori di role
play, ma di videogiochi, giochi con le miniature e chi più ne ha più ne
metta.
Simone al banchetto di sabato |
Non
vi sarà difficile, quindi, immaginare che emozione è stata per tutti noi,
sabato 7 e domenica 8 aprile, varcare i cancelli del Paradiso come attrazioni
della fiera, seppure piccole in mezzo a tutto quel ben di Dio. Protagonista era
il Gioco di Narrazione di Finisterra, scritto da Giorgio Gandolfi e Adriano
Bompani, curato dal nostro Simone e, indovinate, illustrato da? Ebbene si la
nostra monumentale Elena. Appuntamento, quindi, allo stand B28. Io e Simone
sabato, dalle 9 alle 19, Sara e Max domenica, stessa ora. Marcello jolly in
entrambe le giornate, una sorta di libero,
alla Scirea o alla Baresi.
Sara e Max al banchetto di domenica |
Il
Gioco di Narrazione. Questo nome evoca l’essenza stessa di XOmegaP: i giocatori
devono narrare una storia insieme sulla base di una serie di scene e di eventi
che possono accadere, come nella vita reale, a rovinare i piani dei
protagonisti. Una metafora della scrittura collettiva che noi portiamo avanti
da anni. Il nostro spazio dimostratori è in un luogo meraviglioso, il
Padiglione B, dove la Lego imperversa e Finisterra si nota in mezzo a mahjong e
giochi di carte grazie al roll-up, eroico come al solito, e alle copertine dei
libri. Il Gioco è meraviglioso, tenerlo in mano è l’ennesima realizzazione di
un sogno. Il manuale è completo di tabellone e carte da gioco, impreziosito da
innumerevoli e bellissime illustrazioni.
Primo piano su gioco e libri |
Sino
alle 10 la fiera è sonnolenta, poi si anima e il pubblico comincia a fermarsi e
chiedere informazioni, un gruppo di ragazzi prova il gioco; sono giocatori
esperti, si vede, e si divertono per un’ora abbondante. Una bella soddisfazione,
come quella della visita di un rappresentante dell’associazione Torre Nera (http://www.torrenera.it/index.php) che ha voluto provare il gioco.
Intorno a noi sfilano cosplay,
famiglie, appassionati di tutte le età e con tutti gli abbigliamenti possibili,
sembra di stare a Las Vegas. Un grazie particolare al nostro amico Rod e al
Club 3M di Modena (www.treemme.org/) per l’opportunità che ci hanno dato.
La nuova mascotte di Finisterra |
Tra
le tante persone che si fermano al nostro stand, credo meriterebbe un monumento
sull’Altare della Patria il padre che ci racconta di crescere i figli con i
giochi di ruolo, per “non farli sempre
stare davanti alla televisione”. Un eroe dei giorni nostri! Se avessimo più
paladini come lui, il mondo sarebbe un posto migliore. Questa considerazione mi
porta a una riflessione filosofica. La fiera del gioco e i suoi partecipanti
possono essere visti dai ben pensanti come tanti ragazzoni affetti da sindrome
di Peter Pan e, in effetti, sono molte persone che la vedono in questo modo. Io,
al contrario, credo che sbaglino. Il gioco, quando è intelligente, è cultura,
come il teatro, la musica, la lettura e lo sport. Lo è perché aiuta a stare
assieme, a liberare energie positive, spesso accresce le conoscenze, la
curiosità. Questo è vero per i più semplici balocchi infantili ma anche per i
più complessi giochi di ruolo da adulti. In questo senso è vero, a mio avviso,
lo slogan di Play Non si smette di
giocare perché si diventa vecchi, ma si diventa vecchi perché si smette di
giocare. In questo senso, il gioco è una valida alternativa allo shopping,
alla televisione, al cinema, che merita di vedersi riconosciuta una sua dignità
come strumento di crescita e divertimento. In un contesto simile, noi eravamo
decisamente a nostro agio, col nostro progetto che cresce sempre meglio e, lo
ammettiamo, ci siamo anche divertiti molto.
Una Star Destryoer di Lego - in effetti non c'entra un cacchio ma non ho resisitito... |
P.s.: un grazie speciale a Druzya che a cui abbiamo rubato le foto da facebook...
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